Sugli eurobond è stato mantenuto il fermo nein della Germania e rimangono ancora alcuni punti oscuri da chiarire, ma il summit di Bruxelles non si è concluso con un nulla di fatto, come si temeva alla vigilia: nella notte è stato raggiunto l’accordo su uno scudo anti-spread a tutela dei debiti sovrani di Paesi sotto attacco dei mercati, come Italia e Spagna. Per ottenere questo risultato, Roma e Madrid hanno dovuto puntare i piedi, minacciando il veto sul pacchetto per la crescita da 120 miliardi. Il summit ha così dato il via libera a un meccanismo che consentirà ai fondi salvastati (quello permamente Esm e quello temporaneo Efsf) di acquistare bond di Paesi in crisi attraverso la Bce per stabilizzare i mercati.
SVOLTE POSITIVE. Le buone notizie arrivate da Bruxelles sono in particolare cinque: oltre all’attivazione dei fondi salvastati per comprare i bond dei Paesi in difficoltà, c’è la decisione di dare alla fine alla Bce la diretta supervisione sulle banche dell’Eurozona (e a questo punto però non è chiaro che ruolo avrà l’Eba); l’idea di consentire, almeno in via di principio, ai fondi salvastati di iniettare liquidità direttamente nelle banche senza dover passare dagli Stati; la decisione di non dare all’Esm lo status di creditore privilegiato nel salvataggio delle banche spagnole. Questa scelta, fatta ufficialmente per ragioni legate alla tempistica del salvataggio, è un’ottima notizia per Madrid, visto che la seniority del prestito avrebbe comportato problemi di finanziamento sui mercati. E, cosa importante, consente di ricorrere a un meccanismo di protezione dallo spread senza dover chiedere il monitoraggio da parte della Troika, e quindi non si tratterà di interventi sulla falsariga di quello fatto per la Grecia. «Non c’è la Troika nelle procedure previste per Esm e Efsf. Se ci fosse stata non saremmo stati contenti», ha detto Mario Monti alla conferenza stampa finale del vertice, precisando che l’Italia non intende richiedere in questo momento l’attivazione dello scudo, ma non esclude di farlo in futuro. Il vice ministro dell’Economia, Vittorio Grilli, ha spiegato che, «i responsabili del monitoraggio sono via via Eurogruppo, Commissione, Bce e in qualche caso l’Fmi qualora sia coinvolto come nei programmi normali di salvataggio». Ma «in questo caso si sta parlando di un meccanismo di sostegno europeo». Quindi: senza il Fondo monetario. Mentre per ottenere il sostegno è sufficiente essere in linea con le raccomandazioni formulate dalla Commissione Ue in sede di semestre europeo. «L’accordo prevede che il memorandum non sia un nuovo programma, ma prenda atto che il Paese è in linea con le procedure correnti», ha aggiunto Grilli. Il vice di Monti all’Economia ha riconosciuto che le linee guida dell’Efsf e dell’Esm fanno riferimento a piani di aiuto che possono prevedere il coinvolgimento dell’Fmi, ma ha precisato che «in questo caso stiamo parlando di sostegni europei». Per quanto riguarda il meccanismo di operatività di Esm e Efsf, Grilli ha spiegato all’agenzia Reuters che i fondi di salvataggio potranno acquistare bond sia in asta che sul mercato secondario a seconda delle circostanze: «Entrambe le operazioni sono possibili. Dipende dalla situazione dei mercati, per ora non abbiamo preso alcuna decisione».
BANCHE SOTTO LA BCE. Altro elemento chiave dell’intesa riguarda la creazione entro fine 2012 di un’unica autorità di vigilanza bancaria dentro la Bce. Con l’obiettivo, ha spiegato il presidente del Consiglio europeo Herman Van Rompuy, di creare un più efficace meccanismo di supervisione che coinvolga Francoforte rompendo il circolo vizioso tra crisi bancarie e crisi del debito sovrano. E questo comporta che, una volta che la nuova autorità sarà divenuta operativa, l’Esm potrà prestare denaro direttamente alle banche senza passare attraverso gli Stati.
Il vertice dei leader dell’Eurozona «ha raggiunto un impegno di lungo termine per l’euro da parte di tutti i Paesi membri dell’Eurozona e anche risultati tangibili per il breve periodo», ha riconosciuto il presidente della Bce, Mario Draghi, citando tra l’altro, tra i fattori positivi, proprio l’assenza di seniority per l’Esm nel salvataggio delle banche spagnole. «È stato un Consiglio europeo di successo, su tutti i fronti», gli ha fatto eco il cancelliere tedesco Angela Merkel, ed è servito anche «a stabilizzare i mercati finanziari». E difatti il verdetto dei mercati sul summit di Bruxelles, che alla vigilia si temeva potesse essere disastroso, è stato più che positivo: il Ftse Mib si è riportato con vigore sopra i 14.000 punti, lo spread Btp/Bund si è sgonfiato sotto i 420. «Complessivamente le misure proposte, volte ad allentare le tensioni sul mercato obbligazionario, saranno molto probabilmente valutate positivamente dal mercato superandone (forse) le aspettative», commenta Pierre Olivier Beffy, capo economista di Exane. «Tuttavia – prosegue Beffy – bisogna fare alcune considerazioni importanti». Innazitutto, spiega l’economista, l’acquisto di titoli obbligazionari da parte dei fondi salvastati, così come il programma di acquisto della Bce dello scorso anno, «non è illimitato in risorse e ha carattere temporaneo. Si tratta più che altro di un meccanismo di transizione che potrebbe portare alla creazione di uno strumento di protezione più concreto, come il debt redemption fund». Inoltre, Beffy sottolinea che, «non è stato chiarito in che modo verrà applicata la discrezionalità agli Stati membri che richiederanno gli aiuti finanziari», un punto che potrebbe impattare sul sentiment di mercato. Inoltre, se nel breve alcune importanti decisioni sono state prese, «oggi i leader dell’Eurozona dovrebbero soffermarsi su problemi di medio e lungo termine, come l’integrazione fiscale, politica e finanziaria».